La Supervisione Clinica costituisce la naturale continuazione del percorso di crescita personale e professionale realizzato negli anni di specializzazione. Essa risulta essenziale per i giovani terapeuti che intendono affinare le loro competenze e capacità di gestire in modo efficace e consapevole il processo terapeutico in tutti i suoi aspetti e nelle sue diverse fasi. L’invio, il “primo approccio telefonico”, le eventuali telefonate fuori seduta, quando e come è opportuno allargare il contesto, come e perché propendere per un setting individuale, di coppia o familiare, il pagamento delle sedute e degli appuntamenti mancati, il contatto con eventuali psichiatri che seguono farmacologicamente lo stesso paziente e, più in generale, tutte le “regole” dei diversi setting; così come la gestione del primo incontro e degli incontri di “consulenza” e “orientamento”, delle varie fasi dello sviluppo della terapia e, infine, della conclusione sono tutti aspetti che, per quanto già affrontati nel corso della specializzazione, hanno bisogno di una “messa a punto” nell’esperienza clinica diretta, “dal vivo”, in corso d’opera.
Tutto questo non può prescindere, naturalmente, da una profonda ed articolata conoscenza di sé, che consenta sia il riconoscimento delle risonanze che l’incontro con l’altro attiva nel proprio mondo interno che la progressiva riduzione della reattività del terapeuta. La capacità di osservare contemporaneamente se stessi, l’altro e la relazione, interagendo consapevolmente, e non reagendo meccanicamente, è la caratteristica fondamentale che un buon terapeuta deve sviluppare.
Una profonda conoscenza di sé, un’attenta ed appropriata gestione delle regole di setting, la capacità di interagire consapevolmente nei processi di transfert e controtransfert, l’essere tranquilli e rilassati nell’aprirsi autenticamente all’incontro con l’altro sono gli obiettivi fondamentali a cui mira il lavoro di Supervisione clinica. La psicoterapia, per come noi la intendiamo, non può che essere un incontro che si svolge all’interno di una relazione onesta, pulita, autentica, consapevole e creativa. Una buona “qualità” della relazione terapeutica è, infatti, il fattore fondamentale e determinante sia per consentire al paziente di sperimentare un legame che promuove una sempre maggiore autonomia, libertà e responsabilità, sia per permettere al terapeuta di alimentare costantemente l’entusiasmo e la creatività per il proprio lavoro.
La Supervisione Clinica è riservata a terapeuti già specializzati, che mettono al centro dell’attenzione la propria attività psicoterapeutica sia in modo diretto (attraverso lo specchio unidirezionale) sia in modo indiretto (descrivendo i propri casi clinici). Essendo concepita come un’esperienza fortemente centrata sul terapeuta, la Supervisione Clinica è organizzata in mini-gruppi di due/tre terapeuti e si articola in incontri quindicinali di tre ore (due terapeuti) o quattro ore e mezza (tre terapeuti). Sono previsti due cicli di un anno e mezzo ciascuno con due diversi supervisori, per complessivi tre anni di percorso clinico. Sono possibili, in base a specifiche esigenze, percorsi diversi e personalizzati concordati con l’équipe del Centro Studi Kairos.
A fine percorso si rilascia relativo attestato.
L’ammissione avviene tramite domanda di partecipazione indirizzata alla Segreteria del Centro Studi Kairos e previo colloquio con l’équipe del Centro Studi Kairos.